Veneto, l’allarme dei neuropsichiatri infantili: servizi declassati, si torna indietro di 40 anni
Con le nuove linee guida degli atti aziendali della Regione Veneto è stata ridefinita la struttura organizzativa delle 9 nuove Ulss, declassando tutte le Unità operative complesse di Neuropsichiatria dell'Infanzia e dell'Adolescenza in Unità Semplici e trasformandole in sottocomponenti organizzative delle Unità operative complesse Infanzia, Adolescenza e Famiglia, mettendo in crisi l'assistenza a 55mila bambini e famiglie.
Errori di prospettiva e difficoltà organizzativa
Gli aspetti di estrema gravità di questa scelta sono due.
Il primo è che si tratta di un passo indietro culturale di 40 anni, quando i disturbi neuropsichici dell'età evolutiva erano considerati disturbi esclusivamente psicosociali e si credeva che l'autismo fosse causato dalle madri frigorifero, la dislessia e i deficit di attenzione da conflitti emotivi e così via.
Il secondo è che la nuova struttura organizzativa è incompatibile con quanto è necessario per garantire interventi sanitari efficaci per i bambini e le famiglie, poiché non permette il mantenimento della indispensabile multidisciplinarietà, spezzetta gli operatori tra diversi servizi (servizi di NPIA, servizi età evolutiva, servizi disabilità…) e obbliga per l'ennesima volta le famiglie a fare da collante di percorsi di cura sempre più frammentati.
Per l'efficacia degli interventi servono, infatti, competenze multiprofessionali altamente specialistiche, con una formazione specifica e continuamente aggiornata in base alle nuove evidenze scientifiche, che agiscano in modo coordinato in equipe multidisciplinari stabili, composte da neuropsichiatri infantili, psicologi dell'età evolutiva, fisioterapisti, terapisti della neuro psicomotricità dell'età evolutiva, logopedisti, educatori, infermieri, assistenti sociali, che condividano modello di riferimento, formazione, priorità.
Neuropsichiatria: numeri raddoppiati
Idisturbi neuropsichici dell'età evolutiva sono tra i disturbi più diffusi nell'infanzia, ma assai poco considerati. Sono determinati da un intreccio complesso tra fattori neurobiologici, genetici e ambientali, e colpiscono un bambino su cinque, con disturbi molto diversi tra loro. Autismo, epilessia, depressione, disturbo del linguaggio, dislessia, disabilità intellettiva, dalle paralisi cerebrali infantili ai disturbi della condotta, dalle malattie neurodegenerative all'anoressia e molte altre.
Rappresentano un'area cruciale per la salute pubblica, perché includono una quota rilevante di disturbi cronici, invalidanti, che determinano gravi conseguenze sulla vita dei bambini e delle loro famiglie e sono tra le maggiori cause di disabilità e istituzionalizzazione in età adulta, con costi emotivi, sociali ed economici rilevanti. Oggi anche per questi disturbi ci sono interventi efficaci, che possono cambiare il futuro dei ragazzi e delle famiglie, e diminuire il carico economico sul sistema sanitario e sociale.
In nessuna altra area della medicina si è assistito ad un aumento degli accessi ai servizi così rilevante. In meno di dieci anni si è assistito quasi al raddoppio degli utenti seguiti nei servizi di neuropsichiatria dell'infanzia e dell'adolescenza (NPIA) e a una prevalenza trattata 2 volte superiore a quella di una delle più comuni patologie pediatriche, l'asma infantile; 4 volte superiore a quella dei servizi di salute mentale adulti; 8 volte superiore a quella dei servizi per le dipendenze patologiche; 20 volte superiore a quella dell'area psicologica dei consultori. Ciononostante, solo 1 utente su 3 riesce ad avere le risposte diagnostiche e terapeutiche di cui ha necessità.
Npia: area sempre negletta
È per l'insieme di questi elementi, e per la nota scarsità di investimenti nei servizi di NPIA, che l'area dei disturbi neuropsichici dell'età evolutiva è divenuta negli ultimi anni area prioritaria di intervento in molte regioni e a livello nazionale e sono state varate o sono in corso di approvazione misure ad hoc, sui singoli disturbi o sul sistema dei servizi nel suo complesso. Sono state approvate leggi regionali e nazionali nonché importanti documenti di intesa in Conferenza Unificata, tra cui il Piano d'Azione Nazionale Salute Mentale. Più recentemente è stato attivato un tavolo Stato-Regioni specifico sui disturbi NPIA, che sta concludendo la stesura di linee di indirizzo nazionali. Anche l'attenzione della società civile è in continuo aumento, come evidenzia la straordinaria espansione di eventi diffusi fin nei più piccoli paesi per la Giornata Mondiale per la Consapevolezza dell'Autismo.
di Antonella Costantino (presidente Società Italiana di Neuropsichiatria dell'Infanzia e dell'Adolescenza) e Roberto Tombolato (segretario regionale, Veneto-Sinpia)
Fonte: http://www.sanita24.ilsole24ore.com
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